Appena giunti nella cittadina di Cascia, si avverte subito la presenza di qualcosa di misterioso, di mistico.
Le vie che conducono al santuario di santa Rita sono strette e tortuose, ma semplici e sobrie. Poi di fronte si staglia il magnifico luogo di culto, ai cui lati svettano le due guglie.
Questo Tempio venne iniziato il 20 Giugno 1937; fu consacrato il 18 Maggio 1947 ed eretto a Basilica da Pio XII il 1 Agosto 1955.
Il progetto originario di mons. Spirito Chiapetta venne successivamente modificato dagli architetti G. Calori e G. Martinenghi. Esternamente la Basilica è rivestita in bianco travertino di Tivoli.
Sul portale d’ingresso Eros Pellini ha scolpito 10 episodi della vita della santa, mentre all’interno ha realizzato la Via Crucis in marmo bianco di Carrara.
Lo stile della Basilica è composito quasi ad indicare l’universalità della devozione a S. Rita. La struttura, a croce greca, è costituita da una cupola centrale e 4 grandi absidi.
La cupola, con il simbolo dello Spirito Santo e la gloria dei Santi Agostiniani, è di Luigi Montanarini, forte l’influsso dell’arte bizantina sia nell’uso del colore che nel disegno.
L’abside principale, opera del pittore Luigi Filocamo, presenta: l’Ultima Cena, il sacrificio di Isacco e la Pasqua ebraica, sue prefigurazioni veterotestamentarie, e santi e sante dell’Ordine di S. Agostino. Il presbiterio in marmo rosa aurora del Portogallo, inaugurato il 5 Aprile 1981, accoglie le suppellettili sacre di Giacomo Manzù, che vi ha espresso tutta la semplicità ed essenzialità della sua arte. Gli scanni bronzei e le vetrate sono di Armando Marrocco.
Nell’abside di sinistra, affrescata da Ferruccio Ferrazzi, il pittore ha immaginato S. Rita ai piedi di Cristo glorioso dolcemente abbandonata sulle sue ginocchia.
Il venerato CORPO DI S. RITA è custodito dietro la cancellata di sinistra, dove è evidente l’influsso dell’arte orientale. Le sei grandi tele con episodi della vita della santa sono di G. B. Galizzi. Nell’abside d’ingresso Silvio Consadori ha raffigurato l’esaltazione della Croce, Gesù nel Getsemani, la Madonna che scende dal Calvario e episodi della vita del Signore.
Il matroneo in alto, sopra le colonne, è riservato alla preghiera delle Monache Agostiniane. Nella nuova Penitenzieria, progettata dagli architetti R. Scrimieri, F. Genco e M. Caproni e inaugurata il 10 Maggio 1986, le opere d’arte, compresa la fontana di ingresso, sono di Armando Marrocco.
Accanto al santuario sorge il monastero delle Suore Agostiniane, visitabile solo in alcuni orari, che custodisce i ricordi della santa (dal suo anello nuziale, al Crocifisso dal quale partì la spina che colpì e si conficcò nella fronte di Rita), ma anche i luoghi dove ella pregava, come il coro, o la sua cella dove visse e morì.
Ma Cascia dista pochi chilometri da un altro piccolissimo e affascinante luogo in cui santa Rita visse, Roccaporena.
Anche in questo antico e ben conservato borgo medievale non è difficile ritrovarsi a vivere l’atmosfera degli anni della santa, tuto qui ricorda lei. Dalla casa dove nacque, alla chiesa dove si sposò, al Lazzaretto dove accudiva i malati, alla chiesetta dove pregò Dio di far morire i suoi figli, che covavano vendetta verso gli uccisori del padre.
E poi il suo “scoglio”, cioè il colle su cui si ritirava a pregare da sola, inerpicandosi tra cespugli e rocce fino ad arrivare in cima, lontano dalla confusione del mondo e dal travaglio del vivere quotidiano.
Si racconta che pregasse così tanto in ginocchio da lasciare ancora oggi ben visibili i solchi dei ginocchi e dei gomiti sulla roccia.
Oggi questo persorso è diventato una via crucis, percorribile a piedi dai fedeli.
A Roccaporena sorge anche il santuario dedicato alla santa, dove si conserva un manto a lei appartenuto, per tutto questo e per altro che come sempre lasciamo a voi scoprire, Cascia e Roccaporena sono meta di turismo religioso e non solo tutto l’anno.